Blade: venticinque anni di un (non) cinecomic

0
Wesley Snipes in Blade

Cult di fine anni Novanta, Blade ha appena compiuto venticinque anni dalla sua uscita statunitense confermandosi, ancora oggi, un evergreen.

Nel 1998 Stephen Norrington portava sui grandi schermi l’adattamento di uno dei più cupi ma, al tempo stesso, amati antieroi dell’universo fumettistico della Marvel. Operazione che ha dato vita a due sequel, una serie TV e un reboot alquanto contestato che dovrebbe esordire prossimamente. Dunque scopriamo insieme in questo articolo di approfondimento perché Blade è uno dei migliori prodotti cinematografici della factory del compianto Stan Lee.

Nato da Vanessa Brooks, giovane donna di colore aggredita da un vampiro e che muore dandolo alla luce, Eric Brooks, forte della sua natura ibrida, da adulto diventa uno spietato cacciatore di vampiri, chiamato Blade e che ha un unico scopo: distruggere tutte le creature della notte, in particolare il Diacono Frost, mefistofelico essere a capo di una congrega di vampiri che vuole dominare il mondo intero. Contando sul supporto di Whistler, suo mentore, e della dottoressa Karen Jenson alla quale, Blade, ha salvato la vita, l’ammazzavampiri scatena una guerra senza quartiere contro i suoi nemici giurati.

Wesley Snipes e Stephen Dorff in una scena di Blade

Blade, precursore del cinefumetto adulto

Gli anni Novanta sono stati la decade che ha avuto il ruolo di precursore rispetto a quello che, oggi, viene identificato da qualche anno come cinecomic. Nonostante la mancanza di potenzialità e dei grossi budget odierni, alcune opere sono riuscite nel loro compito di essere dei veri e propri spartiacque, nonché apripista del genere e Blade di Stephen Norrington rientra a piene mani tra questi. Qualche anno prima, ci aveva già pensato Tim Burton con il suo dittico Batman e Batman – Il ritorno a portare in immagini sul grande schermo un mondo tratto dai fumetti alquanto cupo e nichilista e, solo un anno prima di Blade, è stata la volta di un altro noto antieroe, il famigerato Spawn che, però, con l’omonimo film diretto da Mark A.Z. Dippé non ha avuto la stessa fortuna della creatura di Stephen Norrington.

Da una parte è sì corretto considerare Blade come il precursore del cinefumetto adulto ma, dall’altra parte, tale constatazione risulta alquanto riduttiva, poiché ci si trova dinnanzi a un adattamento che è ben più di un fumetto live action, perché esso ha anticipato di almeno qualche anno la visione stilistica di alcuni successivi cult come nel caso di Matrix. Il confronto con il capolavoro delle sorelle Wachowski non è buttato a caso, in primis se si pensa all’estetica di un’opera di fine anni Novanta come Blade: abbigliamento in pelle, armi a iosa, combattimenti corpo a corpo figli di cotanto cinema asiatico, bullet time e, soprattutto, quell’aura di film “dannato” che si affacciava all’imminente entrata nel Terzo millennio carico di aspettative, incognite e preceduto da complottismi e temibili false credenze.

Ma ciò che rende altamente irresistibile un’opera come Blade  è il carisma del suo protagonista, un essere ibrido interpretato con spiazzante verve da Wesley Snipes che, in quegli anni, era pienamente sulle cresta dell’onda e che ha dato una caratterizzazione senza eguali al suo Blade/Eric Brooks facendolo entrare, di pieno diritto, nell’immaginario collettivo e nel cuore di tutti i fan dell’adattamento cinematografico.

Wesley Snipes e Stephen Dorff in una scena di Blade

Blade, un action horror tra sangue e umorismo

Ma le peculiarità positive di Blade non finiscono qui in quanto, il film di Norrington, è un equilibratissimo mix di horror, azione e un pizzico di fantascienza, legati insieme da un black humour accattivante. Non mancano le scene sanguinose, violente e decisamente splatter. Difatti questa è una delle particolarità che lo ha reso, fin dai tempi dell’uscita sul suolo americano (in Italia è stato necessario aspettare gennaio 2000 per vederlo sui grandi schermi), un cinecomic adulto in tutti i sensi, che non manca di nulla senza, tuttavia, scadere nell’eccesso gratuito e autocompiacente.

Al tempo stesso, l’intrattenimento mainstream a base di spettacolari combattimenti e sparatorie è anche il perno portante dell’intera storia poiché, in un film così chimerico, non può di certo mancare una decisa e cospicua quantità di azione. Una formula, questa, vincente grazie anche allo script di David S. Goyer che ha fatto scuola e che, negli anni a venire, è stata ripescata da opere come Underworld e i suoi sequel (non proprio riusciti) ma che, ciò nonostante, non ha trovato lo stesso terreno fertile di Blade.

Wesley Snipes in Blade

L’eredità di Blade oggi

Dopo il capostipite, il franchise ha avuto due sequel: il notevole Blade II diretto da Guillermo del Toro, degno erede del lavoro di Norrigton, e Blade: Trinity rivelatosi, purtroppo, un passo falso nel franchise. Due anni dopo è stata la volta della serie televisiva, ma senza Wesley Snipes a interpretare il cacciatore di vampiri e che riprende le vicende post Blade: Trinity, ma, anche in questo caso, la serie si è rivelata un flop con un drastico calo degli spettatori a ogni messa in onda dei nuovi episodi tant’è da portarne alla cancellazione. Così come, l’atteso e dibattuto reboot di Blade, è già oggetto di polemiche da un paio di anni nonostante, ancora, non abbia visto il buio della sala.

Ciò che è sicuro è che, oggi, Blade rimane una delle vette più alte mai toccate dal genere dei cinecomic, nonostante sia davvero riduttivo chiamarlo cinefumetto, in quanto è qualcosa che va ben oltre la stretta etichetta di rinoscimento. Insomma, può essere definito un compendio di estetica, stile, visionarietà, ma, allo stesso tempo, il figlio di un secolo che stava finendo e che ha proiettato, sul grande schermo, paure, insicurezze ma anche certezze di un cinema ibrido e, per certi versi, sperimentale e sull’orlo degli anni Duemila. Comunque, al di là di tutto ciò, successivamente ha trovato la sua strada osando, sbagliando e riuscendo così a ritagliare una enorme fetta di fan e spettatori adepti al cinecomic.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *