Gen V: la recensione dei primi tre episodi

0
Gen V: la recensione dei primi tre episodi dello spin-off di The Boys

Costola nata dalla serie TV di successo The Boys, Gen V è sbarcata su Prime Video. Scopriamo insieme cosa ci ha convinto e cosa non.

Nel 2019 il fenomeno The Boys, adattamento televisivo seriale dell’omonimo fumetto, ha travolto gli spettatori con la sua carica di supereroi poco super, ma molto scorretti, che erano posti al centro delle vicende narrate. Gli ingredienti? Figure grottesche, umorismo nero, iperviolenza ai limiti dello splatter, turpiloquio e scene dall’alto contenuto erotico. Elementi, questi, che di certo vanno in netto contrasto con l’archetipica figura dell’eroe in maschera o con indosso un costume completo di mantello, eppure The Boys, con il suo spirito da parodia, sembra scimmiottare il fenomeno Marvel e Avengers, consegnando una visione acida ma, al tempo stesso, accattivante e irresistibile.

Da allora, la serie madre è giunta a quota tre stagioni, con una quarta in produzione, ma l’enorme successo ha portato Erik Kripke e il suo entourage ad ampliare l’universo di The Boys, dapprima nel 2022 con The Boys: Diabolical, serie animata costituita da brevi episodi che fungono da prequel alla prima stagione e da midquel tra la seconda e la terza mentre, adesso, sul finire del 2023, la stagione televisiva autunnale si è aperta con Gen V, serie parallela che si incastra tra la terza e la quarta stagione, quest’ultima prevista per il 2024.

Gen V: tante new entry, ma anche volti già noti

Jaz Sinclair in una scena di Gen V

Gen V, fin dalle battute iniziali, mostra quelle che sono le sue intenzioni: muoversi sì nell’universo narrativo ormai ben rodato di The Boys. Però, al tempo stesso, non si voleva vivere completamente all’ombra della serie madre ed è per questo che si è deciso di creare un proprio immaginario visivo e contenutistico, che non venga ricordato per essere solo la costola di The Boys, bensì qualcosa di parallelo ma individuale. E per far ciò, Kripke e soci hanno dato vita a una pletora di volti nuovi con annessi poteri sui generis o altamente pericolosi scaturiti dal composto V. Difatti I sette, il gruppo di “supereroi” con a capo il tanto amato e odiato Patriota, rimangono sullo sfondo come volti di passaggio, lasciando spazio a queste nuove leve eroistiche che, come normali adolescenti, frequentano la Godolkin University School of Crimefighting, un campus gestito dalla Vought International.

Ma, come ormai i fan di vecchia data ben sanno, Vought è sinonimo di cospirazioni, oscure trame e tanti, tanti guai e non ci vuole molto per la protagonista principale, Marie Moreau, matricola appena arrivata all’università per supereroi e con le particolare dote di utilizzare il sangue come vera e propria arma modulabile, a carpire insieme ad altri pochi compagni di corso che qualcosa di strano si muove dietro le quinte. Non passa molto che, infatti, Marie si troverà a fare i conti con momenti di violenza, morti ammazzati e strane manovre all’interno dell’ateneo.

Primi due episodi sottotono ma…

Chance Perdomo in una scena di Gen V

Nonostante un incipit alquanto sanguinolento, drammatico e repentino che colpisce come un forte schiaffo in faccia, Gen V sembra non raggiungere quell’aura immediata di opera trascinante così come è successo qualche anno fa con il primo episodio di The Boys. Infatti, i primi due episodi che sì, possono essere considerati come un lungo unicum introduttivo atto a presentare le nuove dinamiche nonché i personaggi inediti in scena, così da permettere allo spettatore di prendere una certa confidenza, tuttavia dimostrano di avere un ritmo alquanto lento e decisamente troppo introspettivo, soffermandosi eccessivamente sulle dinamiche personali dei neo protagonisti, relegando l’azione ai momenti finali del minutaggio senza, tuttavia, far gridare al miracolo o alle esclamazioni di sorpresa per quanto appena visto e, non a caso, l’impressione è quella che Gen V manchi di una vera e propria identità frammista a originalità.

…il terzo inizia a carburare

Patrick Schwarzenegger in una scena di Gen V

Tuttavia, il coup de théâtre che chiude il primo episodio fa da apripista a un lento crescendo nel secondo episodio che, ciò nonostante, prende completamente le mosse solo nel terzo episodio che, rispetto ai due precedenti, inizia decisamente a carburare, entrando in quello che dovrebbe essere il vivo del plot di Gen V. Se si tratti di una scelta ponderata da Kripke e dal team creativo di rendere l’inizio di Gen V qualcosa di lontano dagli standard rapidi e più intensi a cui ci ha abituato The Boys, questo non è dato saperlo ma, giustamente, il confronto tra serie madre e spin-off non può non generarsi fisiologicamente in automatico.

La certezza è che sì, nonostante siano stati mantenuti quegli ingredienti appartenenti alla formula vincente di The Boys e qui riproposti, l’impressione che si ha a caldo post visione di questi primi tre episodi resi fruibili da Prime Video è quella di un prodotto sotto la media. Però, considerando l’insieme sottotono forse volutamente scelto, è possibile che Gen V sia solo ancora all’inizio e che, nei restanti cinque episodi che verranno resi visionabili con cadenza di un episodio ogni venerdì, possa rivelare inaspettate sorprese. D’altronde, una strategia del tipo sarebbe alquanto corretta e coerente proprio per permettere che, le due serie, riescano a essere sì speculari ma non completamente dipendenti l’una dall’altra.

Una panoramica generica

Jaz Sinclair in una scena di Gen V

Tirando le somme post visione di questi tre episodi alquanto introduttivi, è interessante come Eric Kripke sia riuscito a rinnovare l’immaginario sul mondo dei Super, introducendo nuovi drammi personali e, parimenti, dinamiche e poteri davvero sopra le righe ma questo non è bastato per convincere pienamente, almeno per il momento. Di sicuro, Gen V non si esaurisce in queste prime tre ore di durata poiché, ancora, ha sicuramente tanto da raccontare e mostrare sullo schermo ma, ciò nonostante il primo approccio consegna come feedback quello del non pieno convincimento misto alla mancata soddisfazione di tanto hype accumulato fin dai tempi dell’annuncio di questo spin-off.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *