Addio a William Friedkin, uno dei maestri della New Hollywood

Ci lascia a 87 anni William Friedkin, tra i più importanti registi capaci di rinnovare e rivoluzionare i generi cinematografici.
Il 7 agosto ci ha lasciati all’età di 87 anni William Friedkin, uno dei maestri della New Hollywood. Visionario come pochi e in anticipo sui tempi, ha regalato agli spettatori dei veri e propri capolavori come L’esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles, evergreen con cui ha rivoluzionato i generi cinematografici.
Dagli inizi al successo
Nato nel 1935 a Chicago da una famiglia di origine ebraica, William Friedkin, dopo aver abbandonato gli studi liceali, inizia a lavorare come fattorino per un’emittente televisiva della città. Ed è proprio grazie a questo incarico che, dopo qualche anno, Friedkin diventa prima produttore e poi regista televisivo. Nel 1962 dirige un documentario, The People Vs. Paul Crump, che vince il premio Golden Gate al Festival del cinema di San Francisco. Nel 1965 si trasferisce a Los Angeles, occupandosi della regia di differenti prodotti per la TV, nonché di un episodio della serie L’ora di Hitchcock. Nel 1967 dirige il suo primo film, Good Times, a cui seguono nel 1968 Festa di compleanno e Quella notte inventarono lo spogliarello e nel 1970 Festa per il compleanno del caro amico Harold. Ma il vero successo, la consacrazione nell’alveo dei registi che, in quegli anni, venivano riconosciuti sotto l’appellativo di New Hollywood, avviene solo un anno più tardi.
La rivoluzione dei generi: Il braccio violento della legge e L’esorcista
Rivoluzionando il poliziesco con Il braccio violento della legge, Friedkin si aggiudica ben cinque premi Oscar, tra cui quello per la miglior regia e il miglior film. Dal taglio realistico e decisamente crudo nelle scene, Il braccio violento della legge offre momenti di pura tensione, che si alternano a sequenze da antonomasia come quella del serrato inseguimento automobilistico. Ma questo è solo un assaggio dell’apprezzamento che critica e pubblico riservano al regista. Infatti, nel 1973, Friedkin terrorizza e sconvolge il mondo cinematografico con L’esorcista. Tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, il film è stato un grande successo rivoluzionario. Non a caso, nonostante i pesanti tagli subiti e il terrore suscitato, ancora oggi, rimane un capisaldo nel panorama del cinema horror. Ed è anche per questo che ha dato vita a svariati sequel, una serie TV e un direct sequel di prossima uscita per la regia di David Gordon Green. Valso due premi Oscar (sceneggiatura non originale e suono), è il film con cui Friedkin si è fatto conoscere dal mondo intero.
Dagli anni Ottanta a oggi
Purtroppo, l’iniziale successo di Friedkin non si è replicato nel corso degli anni. Titoli come Il salario della paura, Pollice da scasso, il controverso e più volte attaccato Cruising e L’affare del secolo non hanno avuto lo stesso riscontro di pubblico rispetto ai lavori precedenti, acquisendo così l’appellativo di flop. L’eccezione di un recupero di terreno viene da Vivere e morire a Los Angeles, adattamento dell’omonimo romanzo di Gerald Petievich, in cui Friedkin sembra voler ampliare le geometrie d’azione de Il braccio violento della legge, alzando ancor di più l’asticella per quanto concerne brutalità, violenza, nichilismo e sequenze d’azione magistrali. Negli anni successivi, seguono Assassino senza colpa?, L’albero del male, che segna il ritorno all’horror del “regista del male” (questo è il soprannome che venne dato a Friedkin dopo L’esorcista), il dramma sportivo Blue Chips – Basta vincere, il thriller erotico Jade, il dramma militare Regole d’onore, il thriller con la coppia Del Toro-Lee Jones The Hunted – La preda, l’horror psicologico Bug – La paranoia è contagiosa e il violento e cupo noir Killer Joe che sancisce, nel 2011, una lunga pausa dalla regia da parte di Friedkin.
Il premio alla carriera e l’ultimo lavoro
Nel 2013, durante la 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, a Friedkin viene assegnato il Leone d’oro alla carriera mentre, nell’edizione del 2017, è ospite per presentare il documentario The Devil and Father Amorth. Il 2023 avrebbe segnato, per Friedkin, il ritorno alla ribalta con The Caine Mutiny Court-Martial, altro dramma militare in programma durante la prossima 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ma, purtroppo, il destino ha voluto che così non fosse. Nonostante una carriera altisonante, i lavori di Friedkin, nel corso degli anni, hanno avuto una rivalutazione da pubblico ed esperti del settore, diventando così dei veri e propri cult e facendo crescere il numero degli estimatori del regista.

Divoratore accanito di film, serie TV, libri e manga, ama gli anime (su tutti, Neon Genesis Evangelion) e i videogame, senza dimenticare la sua passione per la montagna. Autore di diversi saggi monografici, è un consulente editoriale con esperienza decennale, fotografo freelance e redattore per differenti siti web.