Sanremo 2024, le pagelle finali di quest’edizione

Sanremo 2024 è andato in archivio, con la vittoria di Angelina Mango. Ma ecco le pagelle finali di quest’edizione
Prima Angelina Mango, secondo Geolier, terza Annalisa. Questo è il podio di Sanremo 2024. Anche quest’edizione da record va in archivio. Ma, non si può chiudere senza le pagelle finali di questo Festival. Pagelle che partono dall’ultima posizione, fino ad arrivare alla prima.
Fred De Palma – Il cielo non ci vuole: rimaniamo dell’idea che lui sia il re del reggaeton e che in questo Sanremo si sia leggermente snaturato. E forse questo l’ha un po’ penalizzato. Ma il freestyle dell’ultima serata gli ha a dir poco reso giustizia. Poi, per trasformare l’ultimo posto in un successo, può chiamare molti colleghi. Vero Tananai? VOTO 7 –
Sangiovanni – Finiscimi: questo non è proprio stato il suo Festival. Ma lui ha ribadito che vittorie e sconfitte non contano. Conta ciò che si vuole dire con la propria canzone. E sicuramente il significato c’è ed è palese. E poi, se va bene a lui, va bene a tutti. VOTO 6
Bnkr44 – Governo punk: si sono mossi più loro sul palco dell’Ariston in queste serate che tutti gli italiani. Insomma, l’energia di certo non manca a questi ragazzacci toscani. Il futuro è dalla loro parte. E siamo sicuri che qualcuno ora li seguirà con moltissima attenzione, soprattutto tra i giovanissimi. VOTO 6+
La Sad – Autodistruttivo – in troppi si sono concentrati sul loro look e sul loro stile e poco sul messaggio del pezzo, che è tutt’altro che banale. Anzi, è molto coraggioso. E comunque a noi resta solo è soltanto l’urlo di Ama quando li presentava: Laaaa Saaaaaad. VOTO 6,5
Maninni – Spettacolare: la sua canzone è cresciuta di serata in serata. La voce, la presenza scenica e la capacità di certo gli mancano. Non è riuscito a lasciare l’impronta in un Festival tutto ritmo. Il brano è molto sanremese, forse pure troppo. Siamo sicuri però che lo rivedremo su quel palco. VOTO 6++
Renga e Nek: Pazzo di te: sorriso, divertimento e amicizia. Questo hanno portato in quel dell’Ariston, oltre che molti punti al Fantasanremo. Resta da chiedersi se qualcuno si ricorderà di un brano che non ha lasciato il segno e che nulla ha aggiunto alla loro carriera. Chiariamo, nemmeno tolto. VOTO 6
Clara – Diamanti grezzi – il pezzo è ritmato, orecchiabile e andrà fortissimo in radio. La ragazza ha dimostrato che non è lì per caso o per chissà che altro motivo (rileggetevi le polemiche…). Un calcio alle malelingue, dato con la sua voce, la sua eleganza e il suo stile. E che sia solo l’inizio. VOTO 7,5
Rose Villain – Click boom!: con Un mare di guai e Fragole, panna e champagne aveva già dimostrato tanto. Ma con questo Festival, vissuto al massimo e sempre con il sorriso, ha conquistato tutti. Anche quei pochi che non la conoscevano. Rose, insegnaci il tuo stile. VOTO 8
BigMama – La rabbia non ti basta: per lei non contava più di tanto la posizione. Per lei contava portare sul palco più importante d’ Italia un messaggio chiaro, limpido e fortemente autobiografico. E l’obiettivo è stato centrato e non poco. E, siamo sinceri, noi ancora facciamo fatica a dimenticare la serata delle cover… VOTO 8,5
Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita: in realtà sembrano contraddire il loro stesso titolo. Perché la sensazione è che loro potrebbero fare musica per tutta la vita. E ora siamo tutti pronti per fare collezione di meme. E non abbiamo dubbi che Angelo e Angela accoglieranno tutto con il sorriso. Anzi, potrebbero cogliere spunto per qualche nuovo pezzo. VOTO 7+
Dargen D’Amico – Onda alta: uno dei vincitori morali di questo Sanremo, anche solo per la capacità di non essere mai banale e fuori luogo allo stesso tempo. Testo e musica son entrate in testa dalla prima esibizione. Il più chiaro dei segnali che il suo messaggio sia arrivato a tutti. E tra l’altro al Fantasanremo ha letteralmente dominato. VOTO 8,5
Negramaro – Ricominciamo tutto: hanno ricominciato e sono tornati. Basta solo questo, con la voce di Giuliano Sangiorgi che dovrebbe essere un marchio da registrare. Come la loro voglia di divertirsi e di fare musica VOTO 7,5
Santi Francesi – L’amore in bocca: il sound elettronico che si unisce con qualcosa di più tradizionale e a una voce fuori dal comune. La loro canzone è stata una delle più originali e belle di questo Sanremo, con loro che diventano la più grande sorpresa di quest’edizione. Una sorpresa non certificata dalla classifica, ma da due date già sold-out. VOTO 9
Mr Rain – Due altalene: l’effetto Supereroi non è riuscito di nuovo. Ma lui ha sicuramente seguito una linea che ha voluto tracciare un anno fa. E sicuramente il suo pubblico lo ama per questa coerenza e per quest’emotività. VOTO 6+
The Kolors – Un ragazzo una ragazza: un tormentone tipicamente estivo e agostano, ma che a Sanremo non ha sfondato. Si può dire che ci aspettava un po’ di più? Anche se, va detto, la mini coreografia e le parole del ritornello la conosciamo tutti a memoria. Italodisco ecco la tua ragazza che incontra te, ragazzo! VOTO 7 –
Fiorella Mannoia – Mariposa: la vittoria del premio per il miglior testo è il più grande riconoscimento. O forse proprio il suo obiettivo. Fiorella se l’è goduta tutta, senza particolari pressioni e pensieri, come perfettamente dimostrato dal duetto, tutto risate ed energia, con Gabbani. Il pezzo è già un manifesto del suo mondo. Un manifesto fatto di latinità e che sembra perfetto per il karaoke. VOTO 7,5
Emma – Apnea: una svolta dal punto di bista personale, oltre che professionale. Quella vista a Sanremo è una nuova Emma, che ha sfidato se stessa a viso aperto. E ha vinto, dando una lezione di tenacia e caparbietà, ma soprattutto leggerezza. Il 14esimo posto non conta nulla per lei. E nemmeno per noi. VOTO 9
Diodato – Ti muovi: facciamo ammenda. In una delle nostre pagelle l’avevamo definito per tutti. In realtà il tredicesimo posto ha dimostrato che Diodato sia per pochi. Lui scrive, canta, emoziona. ci e si guarda dentro. Uno degli artisti più sottovaluti della nostra epoca, con una canzone tanto forte quanto delicata. Antonio, a tuo modo, hai di nuovo fatto rumore. VOTO 9
Il Tre – Fragili: sui social è stato uno dei più grandi protagonisti, commentando ogni singolo avvenimento. Il freestyle dell’ultima serata è stato una meravigliosa ciliegina sulla torta di un Sanremo vissuto con l’energia di chi sa che era la sua grande occasione. Il pezzo è molto autobiografico, ma per tutti. Perché a tutti può capitare di essere Fragili. VOTO 7
Gazzelle – Tutto qui – ha puntato tutto su se stesso, sul suo stile e sul suo pubblico. Un romanticismo duro e puro, da soffitto guardato in coppia con il raffreddore. Un romanticismo da torcia dello smartphone e accendino. Un romanticismo che è dei suoi concerti. Il tutto portato sull’Ariston. Flavio, anche tu hai vinto. A VOTO 8
Alfa – Vai: il suo Festival sarà ricordato soprattutto per la cover con Vecchioni. La sua canzone è cresciuta di ascolto in ascolto e abbraccia il pop country. Sicuramente potrà dire la sua in radio e sui social. E con una top ten come marchio distintivo, al suo primo Festival, non è davvero poco. Vai Andrea! VOTO 7,5
Alessandra Amoroso – Fino a qui: forse ce la si aspettava un po’ più in alto in classifica. Il suo è il più classico dei pezzi sanremesi e un classico brano che può serenamente far parte del suo repertorio. Insomma, tutto un po’ troppo classico, no? VOTO 6,5
Il Volo – Capolavoro: ancora voi, ma non dovevamo rivederci più? Rimontona nella serata finale, dall’undicesimo all’ottavo posto A noi continua a non convincere il mix tra voci liriche, pezzo pop e il tentativo forzato di essere simpatici. Ma, visto il buon piazzamento, forse sbagliamo noi. E facciamo i complimenti per la tenacia. VOTO 6,5
Loredana Bertè – Pazza: fin dalla prima serata si è capito che il brano era una sorta di intera carriera portato sul palco. La regina del rock si prende le ovazioni e soprattutto ciò che più voleva: il Premio della Critica, dedicato alla sua Mimì. Un riconoscimento alla carriera di chi non ha paura di dimostrarsi Pazza e incazzata. VOTO 9
Mahmood – Tuta gold: con tutto il rispetto, il fatto che non sia in top five grida vendetta. Un arrangiamento musicalmente pazzesco e una maturità di chi sa di essere un animale da palco. Ad accompagnare il tutto una cover interpretata magistralmente. Ma che altro doveva fare? Ma d’altronde in un Paese dove, ancora oggi, ci si chiede quale sia la metafora di Tuta Gold, forse siamo ancora noi a sbagliarci. VOTO 9,5
Irama – Tu no: lui e i suoi pezzi hanno un’identità chiara e ben definita. Possono piacere o no, ma il suo pubblico c’è e l’ha portato in top five. Di più non poteva chiedere. E con la benedizione di Cocciante tutto gli è venuto meglio. Anche struggersi. VOTO 7
Ghali – Casa mia: alzi la mano chi l’avrebbe immaginato, a inizio Festival, ai piedi del podio. Le polemiche per il suo testo, chiaro ed emblematico, non sono mancate. Ma forse la sua immagine, il suo coraggio e la sua tranquillità nell’affrontare certi temi è ciò di cui abbiamo bisogno in un periodo come questo. Grazie, italiano vero. VOTO 10
Annalisa – Sinceramente: arrivare terzi dopo essere stata la grande favorita è una delusione? Sinceramente, la sua faccia ieri alla proclamazione della vincitrice parlava da sola. Ma diciamolo, dopo un anno di successi, questa sarebbe stata solo la ciliegina sulla torta. Il dolce c’è e rimane squisito. Un passo avanti e nessuno indietro. VOTO 9+
Geolier – I p’ me tu p’ te: i numeri di questo ragazzo parlano da soli e non serve commentare. Al di là delle polemiche, della sensazione che, molti, l’avrebbero votato sempre e comunque, lui ha vinto. Ha vinto per aver portato il suo mondo, il suo stile e per averlo fatto conoscere a chi lo guardava forse con eccessiva diffidenza. Ma ha vinto soprattutto per essere passato sopra tutto ciò. Per il resto, i gusti restano gusti e sono soggettivi. E dovremmo capirlo e impararlo, perché non è mai troppo tardi. Così come dovremmo capire che la tripartizione delle votazioni fa parte del regolamento. VOTO 9
Angelina Mango – La noia: quando è caduta abbiamo espresso un desiderio. Un successo che è la risposta a chi, ancora oggi, dubita del suo talento e (s)parla (manco vi diciamo di cosa). Un successo dal volto pulito e sincero di chi ha trasformato La noia in gioia. Sì, Angelina è tutto vero. E ora dicci il dress code per la festa. Ma anche quello per l’Eurovision. VOTO 110

Giornalista pubblicista, copywriter e ghostwriter. Sardo di nascita e romano d’adozione, cresce con le cuffie alle orecchie, tra un mare Di sole e d’azzurro e le difficoltà di Una vita da mediano. La passione per la buona musica come stella polare professionale, cercando di trasformare in parola le sensazioni e le emozioni che solo questa può dare. In una vita, che proprio come questo sito, è un apostrofo rosso tra le parole Movie e Indie.