Sanremo 2025, le pagelle della seconda serata: Lucio Corsi alieno, Achille (almeno) da podio, cresce Fedez. Elo e Rose queen, la rabbia soffice di Francesca Michielin. Giorgia e Cristicchi, bastano voce ed emotività?

A Sanremo 2025 si va di seconda serata, con 15 cantanti a esibirsi, più le semifinali delle Nuove proposte: le nostre pagelle
A Sanremo 2025 it’s time di seconda serata. Sono 15 cantanti a esibirsi, più le semifinali delle Nuove proposte. Alcune cose iniziano, pian piano, a chiarirsi un po’ di più.
Ecco le nostre pagelle, rigorosamente in ordine di esibizione, con una dovuta citazione per il super ospite Damiano David e per i tre co-conduttori: Bianca Balti, Nino Frassica e Cristiano Malgioglio.
NUOVE PROPOSTE
Alex Wyse (Rockstar) vs Vale Lp e Lil Jolie (Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore)
VINCE ALEX WYSE
Maria Tomba ( Goodbye (voglio good vibes) vs Settembre (Vertebre)
VINCE SETTEMBRE
GIUDIZIO GENERALE
Canzoni che già si conoscono da mesi e valutarle singolarmente, ancora una volta, sarebbe ripetitivo. Non ha convinto la formula, con delle sfide, fin dai primi mesi, relativamente scontate e che hanno penalizzato molti artisti. Alex Wyse ha un brano e uno stile tanto elegante quanto voglioso di riscatto: è la sua grande chance. Piace, al di là dell’eliminazione, il messaggio, la sfrontatezza, l’allegria e l’interpretazione di Vale Lp e Lil Jolie, con un timbro perfettamente riconoscibile. Eccentricità e originalità per Maria Tomba, con l’inciso Guardami gli occhi, non le poppe, già virale. Settembre non ha bisogno di ulteriori parole: il suo brano va fortissimo su Spotify e social. Ed è molto da gen z.
BIG
Rocco Hunt – Mille vote ancora: sound urban, con un po’ di neomelodico, e testo ci sono. Il rapper è uscito da una sorta di comfort zone, presentando un brano impegnato, che parla dei cervelli in fuga e delle problematiche che affliggono i luoghi dove lui è cresciuto. Un contrasto tra ballabilità e tematica che, nel complesso, fa il suo. Ma manca forse quel qualcosa per farle fare il salto. VOTO 7
Elodie – Dimenticarsi alle 7: un amore appassionato, ma che diventa, troppo presto, solitudine e incomunicabilità. Il messaggio, fortemente malinconico, alla seconda esibizione (e dopo qualche ascolto della versione studio) arriva forte e chiaro. Le vibes da hit radiofonica ora sembrano esserci tutte, sopratutto grazie alla parte elettronica. E lei aggiunge un’interpretazione vocalmente pulita, da leonessa, da Queen di eleganza e femminilità. Manca forse il colpo, il guizzo che la renderebbe veramente e fortemente da top five (no, non è la coreografia, che resta sullo sfondo). Ma magari non era quello l’obiettivo? E sopratutto del futur che si chiama sabato non v’è certezza… VOTO 8
Lucio Corsi –Volevo essere un duro: canta, a modo suo, un mondo immaginario, poetico e soprattutto tutto suo. Un alieno che canta un inno alla normalità: un incredibile contrasto che funziona. Molto di nicchia e forse non per tutti. Ma no, questo, non è un male. Perché lui non è altro che Lucio. VOTO 8+
The Kolors – Tu con chi fai l’amore: le sensazioni non cambiano: sì tormentone, sì troppo simile a qualcosa di già sentito, sì si inserirà alle perfezione nel loro percorso. Basta questo? Forse sì, ma è la seconda volta che probabilmente non si giocano benissimo la carta Sanremo. Perché un pizzico di originalità, a volte, non guasta VOTO 5,5
Serena Brancale – Anema e core: le famose vibes sono quelle di Mr. Saxobeat di Alexandra Stan. Il pezzo è solo totale energia e movimento, dati dalla sua esibizione e performance. Ma non basta, perché, per il resto, è destinato a perdersi nel marasma dei 30. E, tra l’altro, sembra molto fuori contesto.VOTO 5+
Fedez – Battito: premessa: la versione studio rende molto di più dal punto di vista musicale (buona struttura e arrangiamento moderno) e il messaggio arriva ancora più forte. Nella seconda interpretazione live fa passi da gigante e certi incisi arrivano potentissimi (Prenditi i sogni…Pure i miei soldi..Basta che resti lontana da me). L’esibizione ha ancora delle imperfezioni (o forse è il suo modo di cantare a non convincerci), ma il pezzo, senza dubbio, cresce. A piccoli passi? VOTO 7 –
Francesca Michielin – Fango in paradiso: la canzone è uno sfogo rabbioso per un’amore finito, ma non solo. Sfogo che si accompagna alla sua voce, soffice e delicata. Lei poi tira fuori un’esibizione grintosa, determinata e di chi vuole buttare fuori tutto e giocarsi tutto. La commozione finale fa capire tanto. D’altronde cominciare con un’infortunio non è il massimo, ma lei ha tenuto botta e, oggi, si è presa bene la scena. VOTO 8,5
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola: l’emotività e la sua bellissima emozione c’è e ci sarà sempre. Alla seconda esibizione, e dopo qualche ascolto nella versione studio, però viene fuori, nel bene e nel male, anche altro: un’interpretazione più recitata che cantata (ma questo è Cristicchi, fin dai tempi di Vorrei cantare come Biagio), con qualche lieve imperfezione e soprattutto una struttura musicale, che è quasi assente o comunque rimane sullo sfondo. Sì, stiamo parlando di una poesia recitata con il cuore e l’anima. Ma, ascolto dopo ascolto, basterà davvero solo questo? Per chi fa la standing ovation sì, per noi forse….nì VOTO 8
Marcella Bella – Pelle diamante: Deve aver sentito il Non ci sono più rockstar di Alex Wyse e ha risposto con questa carica un po’ da rocker. La sua energia non è in dubbio, ancor meno che lei sia Forte, tosta e indipendente. Ma sembra tutto un po’ troppo….un po’ troppo cringe. VOTO 5
Bresh – La tana del granchio: lui questo Sanremo se lo sta giocando e godendo alla grande. Pezzo orecchiabile, leggero e con un bel ritornello da canticchiare. Al di là del posizionamento, ne uscirà rafforzato. VOTO 7,5
Achille Lauro – Incoscienti giovani: le convinzioni si rafforzano con questo secondo live. Questo pezzo ha tutto per arrivare (almeno) sul podio: emotività, testo che si sposa con un sound da ballad puramente sanremese, interpretazione con un timbro sì, forse un po’ sporco, ma che è un marchio di fabbrica. E poi c’è un ritornello fortissimo, che, un po’ a tutti, fa pensare ai primi amori, quelli difficili, ma belli, quelli da Incoscienti giovani. Un ritornello che, quasi per tutti, in primis per Lauro, un nome e un cognome. E poi c’è quel sapore un po’ retro, dato dal sax e da quell’aura cantautorale, che permette al brano di abbracciare più generazioni, non solo quella Z. VOTO 9
Giorgia – La cura per me: i dubbi che non si sciolgono del tutto. Il brano è tutt’altro che una bomba dal punto di vista musicale e strutturale, il testo è un po’ banale e prevale la penna di Blanco rispetto alla sua. Un pezzo costruito con l’obiettivo di esaltare la sua voce, la quale non ha certo bisogno di presentazioni e descrizioni. E sì, la sua vocalità e la sua esibizione (molto più sciolta rispetto a ieri) sovrastano tutto e tutti, ma in primis la canzone. Davvero questo è solo un bene? Mentre i nostri dubbi non si sciolgono, la standing ovation iniziale e finale mandano vibes da podio. VOTO 8-
Rkomi – Il ritmo delle cose: la carta degli anziani che ballano per esaltare una canzone troppo debole non funziona troppo. E anche la sua esibizione non aiuta, con parole che si perdono e significato che fatica ad arrivare. VOTO 5
Rose Villain – Fuorilegge: il fatto che per il secondo anno consecutivo, con il ritornello, non ci faccia capire un ca*** a molti è il segnale di chi va per la sua strada, se ne frega dei trend e sa che, chi la segue da sempre, capisce. D’altronde perché saper fare più generi dovrebbe essere una colpa? Pezzo che, dal punto di vista della produzione musicale, è forse il migliore, perché non banale e per nulla scontato. E poi c’è la sua seconda esibizione da autentica Queen. Anzi da pret. E il brano guadagna sempre più forza. VOTO 8,5
Willie Peyote – Grazie, ma no grazie: «Le risposte che ti danno sembran fatte con lo stampo… Quindi metterò le mani avanti, due passi indietro ogni passo avanti… Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze»: un inciso per capire come, tra ironia, satira e tematiche sociali forse abbiamo già uno dei papabili vincitori….del Premio Critica. Anche perché, ad accompagnare, c’è un bel ritmo e un pezzo costruito bene. VOTO 7,5
Pagelle Seconda Serata Sanremo 2025, voti e giudizi super ospite e co-conduttori
DAMIANO DAVID – L’omaggio a Lucio Dalla con Felicità è un mix di vocalità e teatralità che solo lui sa e può regalare. La commozione di Alessandro Borghi e del piccolo Vittorio accompagnano il tutto egregiamente. Poi è il turno di Born with a broken heart. Ma abbiamo già detto tutto. E non serve aggiungere altro. VOTO SUBLIME
NINO FRASSICA – La sua comicità tanto leggera quanto pungente è un toccasana in una serata dove, eccetto la musica, domina un po’ troppo la noia. Un ciclone che deve fare i conti con la fretta di…Conti. VOTO MATTATORE
CRISTIANO MALGIOGLIO – La sua leggerezza, la sua autoironia, i suoi intoppi nelle presentazioni donano colore e un po’ di sano disordine in un esagerato ordine. E quella polemica sugli autori…Finalmente una polemica, finalmente sembra Sanremo. VOTO DIAMO UN PO’ DI COLORE
BIANCA BALTI – Elegante e femminile, prende ritmo nelle presentazioni, ma in realtà resta molto in disparte, con la sua presenza che è molto da top model che brandizza i vestiti e punta sulla sua bellezza. Ma forse poteva dare molto di più, ma c’è Mr. Fretta Conti. Anche se recupera, sul finale, con l’intervista doppia. VOTO VABBENECCOSÌ

Giornalista pubblicista, copywriter e ghostwriter. Sardo di nascita e romano d’adozione, cresce con le cuffie alle orecchie, tra un mare Di sole e d’azzurro e le difficoltà di Una vita da mediano. La passione per la buona musica come stella polare professionale, cercando di trasformare in parola le sensazioni e le emozioni che solo questa può dare. In una vita, che proprio come questo sito, è un apostrofo rosso tra le parole Movie e Indie.